La sanità secondo Beppe Grillo

di Gavino Maciocco

3 settembre 2012

Beppe Grillo spara uno sfondone dietro l’altro su cose troppo serie, come Africa e Aids. La Lega italiana per la lotta contro l’Aids gliene chiede conto, ma lui non risponde.  La lezione del Sudafrica.

Le regole di uno spettacolo comico sono semplici:

  1. Il pubblico paga il biglietto per distrarsi e farsi quattro risate

  2. Il comico le spara più grosse che può per fare divertire il pubblico

  3. Il pubblico ride ed è soddisfatto

  4. Il comico passa a ritirare il suo cachet e tutti vanno a casa felici e contenti.

Ma se quel comico si butta in politica, fonda un partito che raccoglie un discreto consenso e che alle prossime elezioni politiche potrebbe essere presente in parlamento con un notevole numero di deputati e senatori, allora gli spettacoli comici (anche quelli passati) assumono un significato diverso.  Un significato politico, appunto.

In uno spettacolo del 2000 di fronte a una vasta platea di gente che ride Grillo parla di cose serie, serissime, ovvero di Africa e di Aids, sparando uno sfondone dietro l’altro (tanto la gente non sa e se la ride, chi se frega?). Forse per far colpo sulla platea lancia l’idea shock: l’AIDS non è causato dal virus HIV.

Questa teoria “negazionista” fu sostenuta dal biologo americano Peter Duesberg (che non ha mai vinto il Nobel, come sostenuto da Grillo) alla fine degli anni 90.  Una teoria priva di qualsiasi valore scientifico, ma poiché il governo sudafricano (come vedremo in seguito) mostrava di prenderla sul serio l’intera comunità scientifica che si occupava di AIDS (compresi diversi “veri” premi Nobel), riunita in congresso proprio in Sudafrica nel luglio del 2000, decise di confutarla  punto per punto (vedi Dichiarazione di Durban).

Il video di quello spettacolo ha continuato a circolare per anni e la teoria, definitivamente screditata, ha fatto comunque proseliti  al punto che Alessandra Cerioli, presidente della Lila (Lega italiana per la lotta contro l’Aids), ha sentito la necessità di rivolgersi al promotore del M5S:  “Le scriviamo  perché crediamo che sia venuto il momento di chiedere una sua chiara, aggiornata e seria presa di posizione sul tema Hiv/Aids, dato che il suo nome viene molto sbandierato, grazie a un suo spettacolo di qualche anno fa, in innumerevoli e-mail che riceviamo e post che affollano siti e social network nostri e altrui, compreso il suo blog. Siamo perfettamente consapevoli che lo spettacolo teatrale di un comico, che si avvale di un particolare linguaggio, chiamiamolo iperbolico, non equivale a un programma politico. Altrettanto però non si può dire di parecchi suoi attuali estimatori, che quello spettacolo lo stanno usando contro di noi e contro il buonsenso. Quella, del resto, resta l’unica sua forte, esplicita, pubblica presa di posizione sull’argomento Hiv/Aids: in appoggio alle ipotesi negazioniste. Che oggi vengono riproposte, e con rinnovato vigore, anche facendosi forza della sua sottoscrizione”.

La lettera della Cerioli  è del 17.05.2012 e non risulta che finora sia giunta una qualche risposta.

Il silenzio di Grillo e del M5S sul negazionismo su HIV/Aids è chiaramente un caso politico. Come politico è il precedente caso sudafricano, su cui le platee (non più ridenti, si spera) di sostenitori di Grillo dovrebbero riflettere.  Ascoltate questa storia.

1997. Sudafrica.  L’epidemia di Aids sta devastando il paese: circa 3 milioni di persone infettate da HIV e centomila morti l’anno.  Sono da poco in circolazione farmaci molto efficaci contro il virus (antiretrovirali), ma molto costosi (oltre 10 mila dollari l’anno per singolo trattamento) e protetti dal brevetto, quindi inaccessibili alla popolazione. Nelson Mandela promulga una legge – Medical Act –  che consente la produzione locale o l’importazione di farmaci in deroga alle norme sui brevetti (e quindi a un costo decisamente inferiore). I presidenti delle 39 più grandi industrie farmaceutiche – Big Pharma – mobilitano un esercito di avvocati e avviano un’azione  legale che blocca l’applicazione della legge, sostenendo che questa concederebbe al ministero della Sanità sudafricano poteri arbitrari e in violazione di tutti gli accordi internazionali sul commercio. A fianco di Mandela e del Sudafrica si schiera l’opinione pubblica mondiale. “Portare Mandela sul banco degli imputati, che errore” scrive il Washington Post. Molte organizzazioni umanitarie lanciano campagne di boicottaggio dei prodotti delle case farmaceutiche. “Big Pharma uscirà comunque perdente da questo processo”, scrive il Financial Times.

2001. Le pressioni internazionali, e il relativo crollo d’immagine, inducono Big Pharma  a ritirarsi dal processo e sanciscono una storica vittoria contro gli interessi commerciali nel campo della salute.  Una vittoria inutile.  Quattro anni di battaglie in difesa dei diritti umani dilapidati dalla politica criminale del successore di Nelson Mandela, Thabo Mbeki.

Thabo Mbeki infatti, appena insediato alla presidenza del Sudafrica (1999) abbracciò senza riserve la teoria negazionista riguardo alle origini dell’AIDS. Tale teoria, infondata e scientificamente screditata, negava ogni connessione causale tra HIV e AIDS, negava cioè che quel virus fosse la causa della malattia.  La naturale conseguenza fu quella di considerare inutile e addirittura dannosa la cura dell’AIDS con farmaci antiretrovirali.

Scrisse al riguardo Nicholas B. Kristof sul New York Times: “Il Presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki, ha perseguito per anni una disgraziata politica di crescenti dubbi sul fatto che l’Hiv fosse la causa dell’Aids e di incertezza sulle scelte di fondo su come affrontare la crisi. Anche ora – sebbene Mr. Mbeki abbia fatto marcia indietro – gli ammalati di Aids trovano ostacoli ad essere curati a causa dei dubbi che Mr. Mbeki ha seminato. L’insipiente ostruzionismo di Mr. Mbeki ha ucciso incomparabilmente molti più sudafricani di ogni altro leader ai tempi dell’apartheid. Il Sudafrica ha annunciato quest’anno l’inizio del trattamento con anti-retrovirali dei pazienti affetti da Aids. Ci crederò quando vedrò. È imperdonabile che il paese africano con le migliori infrastrutture sanitarie sia quello con il più alto numero di persone infettate e malate – e che nel 2003 queste debbano morire senza trattamento”.

Tre anni dopo, nel 2006, Stephen Lewis, inviato speciale delle Nazioni Unite per Hiv/Aids in Africa, affermava: “Il Sudafrica è l’unico paese africano il cui governo è tanto ottuso, dilatorio e negligente nell’introdurre il trattamento antiretrovirale. È l’unico paese africano il cui governo continua ad avanzare teorie più degne di una setta lunatica, che di uno stato preoccupato dei bisogni della sua popolazione. Sono dell’opinione che essi non potranno mai essere redenti”.

Il programma pubblico per il trattamento anti-retrovirale è stato introdotto in Sudafrica con colpevole e ingiustificato ritardo ma fino alla fine del suo mandato, nel 2008, Il ministro della sanità del governo Mbeki, Manto Tshabalala-Msimang – soprannominata “Dr beetroot” (Dottor barbabietola) – ha continuato a raccomandare il ricorso ad ortaggi vari per curare l’AIDS. Suscitando lo sdegno di Desmon Tutu, pastore protestante, premio Nobel per la Pace: “Noi stiamo giocando con la vita delle persone, con la vita di madri che non sarebbero morte se avessero potuto disporre dei farmaci. Se le persone vogliono l’aglio dateglielo, ma smettiamo di giocare. Smettete di discutere sull’aglio”.

 

Scrive Alessandra Cerioli, presidente nazionale Lila onlus (Lega italiana per la lotta contro l’Aids), in una lettera indirizzata a Beppe Grillo.

LA POSIZIONE SUL TEMA – “Le scriviamo – dice Cerioli – perché crediamo che sia venuto il momento di chiedere una sua chiara, aggiornata e seria presa di posizione sul tema Hiv/Aids, dato che il suo nome viene molto sbandierato, grazie a un suo spettacolo di qualche anno fa, in innumerevoli mail che riceviamo e post che affollano siti e social network nostri e altrui, compreso il suo blog. Siamo perfettamente consapevoli che lo spettacolo teatrale di un comico, che si avvale di un particolare linguaggio, chiamiamolo iperbolico, non equivale a un programma politico. Altrettanto però non si può dire di parecchi suoi attuali estimatori, che quello spettacolo lo stanno usando contro di noi e contro il buonsenso. Quella, del resto, resta l’unica sua forte, esplicita, pubblica presa di posizione sull’argomento Hiv/Aids: in appoggio alle ipotesi negazioniste. Che oggi vengono riproposte, e con rinnovato vigore, anche facendosi forza della sua sottoscrizione”.

LA PRESUNTA BUFALA – “Ma veniamo ai fatti. In un suo spettacolo risalente al 1998 lei ha affrontato il tema dell’Aids, definendolo senza mezzi termini ‘la più grande bufala di questo secolo’, negando il legame tra Hiv e Aids, ovvero negando che sia un virus trasmissibile che danneggia il sistema immunitario favorendo l’insorgere di patologie opportunistiche che possono portare alla morte. L’estratto è reperibile in versioni diverse, per esempio su YouTube. Lo spettacolo era ‘Apocalisse morbida’, trattava di temi medico scientifici e puntava il dito contro le case farmaceutiche e in generale il business della salute globale”.

I NEGAZIONISTI – “Dover combattere quotidianamente ancora oggi con i negazionisti, anche in buona fede per carità, che sembrano negli ultimi tempi essersi ricompattati con inedita aggressività – prosegue il presidente Lila – ci sta portando via energie e una buona dose di pazienza. Soprattutto, il negazionismo porta con sé il rischio che persone che vivono con l’Hiv, o che semplicemente vivono situazioni di rischio, o addirittura istituzioni, possano esserne affascinate o coinvolte, con tutte le conseguenze del caso in termini salute personale e pubblica. Egregio Beppe Grillo, lei oggi è comunque un politico. Con un ampio e importante seguito. Ci rivolgiamo a lei perchè chiarisca una volta per tutte qual è, oggi, il suo pensiero su Hiv e Aids”.

HIV E AIDS – “Crediamo che ciò non sia dovuto solo a noi, alla Lila. ma alle tante persone, cittadini, che ancora oggi rischiano di ricevere informazioni fuorvianti e potenzialmente pericolose, e non i giusti strumenti, anche culturali, per poter prevenire le infezioni e curare e rispettare le persone che vivono col virus. Crediamo sia dovuto anche ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle, per esempio quelli che siedono nel consiglio regionale dell’Emilia Romagna (Regione in cui ogni anno si registrano almeno 400 nuove infezioni), che da tempo stanno lottando anche in sede istituzionale perché resti alta l’attenzione e vengano attivati idonei e aggiornati strumenti preventivi. O quelli di Ravenna, che giusto in questi giorni hanno portato i temi della prevenzione dall’Hiv in commissione consiliare”.

DIA UNA MANO – “Beppe Grillo – conclude la Lila – dia una mano alle persone che vivono con l’Hiv e ai loro cari in questa lotta che ormai ha trent’anni e ancora non vede la fine. Alle persone, ai cittadini, che ancora con troppe difficoltà ricevono dalle istituzioni e dai media informazioni corrette e aggiornate, verificate da una comunità formata da medici, ricercatori, clinici, scienziati, ma anche da pazienti e attivisti. Dia una mano a tutti quelli che vivono nei paesi più poveri e che non possono essere curati anche perchè l’Italia da anni non versa un euro al Fondo Globale di lotta a Aids, tubercolosi e malaria, neppure gli euro promessi”.